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(Riassunto delle puntate precedenti: Augusta Taurinorum, sede di tante partite memorabili vissute dal vivo. Un tempo qui era tutto Impero Romano).
Quei primi approcci isolati mi servirono per maturare un più marcato interesse per l’esperienza dello stadio; la vicinanza geografica con uno e poi due impianti di Serie A e la facilità di collegamenti con essi agevolò il naturale sviluppo delle cose, e col passare degli anni avrei assistito, a Torino, a decine di partite.
Per la maggior parte in casa del Toro, verso cui ho rispetto e simpatia perché, vivaddio, pur vivendo in una terra infestata di juventini e di altrimenti strisciati, conosco tanta gente granata di sani valori paragonabili ai nostri. In molte di queste partite in campo c’era la Roma, anche se non in tutte.
Di bei ricordi e simpatici aneddoti potrei citarne ancora molti, ma devo pur avviarmi in chiusura e tenere qualcosa in serbo per il futuro.
Nell’ultimo decennio la mia frequentazione degli stadi torinesi è diventata, per vari motivi, più sporadica e occasionale, ma quando capita un Torino-Roma in giorni e orari compatibili con l’umore (il mio) e le implicazioni logistiche, un viaggetto in quel buon vecchio stadio rimodernato che era il Comunale e ora si chiama Olimpico Grande Torino – giusto per ricordare a tutti, specialmente a quelli là, che Torino è stata e resterà roman[ehm] volevo dire, granata, così come Roma è giallorossa, entrambe verità inoppugnabili ed evidenti a chiunque non sia accecato dal proprio fanatismo – me lo faccio volentieri. Sia perché un biglietto di tribuna pressoché a bordo campo a un tiro di fionda dalla tribuna d’onore te lo mettono a 40 sacchi, prezzo decisamente popolare. Al Ferraris di Genova, giusto per fare un esempio del tutto casuale, per una collocazione analoga ne chiedono 150.
Sia perché in quel settore ci sono sempre parecchi romanisti, si sta tutti mischiati coi padroni di casa e si tifa apertamente ciascuno la propria squadra nel reciproco rispetto, come sarebbe bello e giusto che capitasse sempre e ovunque. Sia perché, last but not least, mi dice bene: nell’esercizio delle mie funzioni romaniste, da chez Toro io sono sempre uscito imbattuto e non di rado vittorioso. Detto che il mio personale score nelle partite della Roma a cui ho assistito dal vivo, sia in casa che fuori, sfiora medie bulgare, sarà che c’ho culo, chettedevodì, l’anno in cui La Bestia sforbiciò in rete all’ultimo secondo io c’ero. Nell’agosto 2018 ho fatto in tempo a vedere l’ultima in campo di Kevin con la nostra maglia, Checco nostro in veste dirigenziale in tribuna a non troppa distanza da me, nonché il goal al volo del cigno di Sarajevo su scatto felino e abile mossa di Justin Bieber (tanto per restare in tema di eventi più unici che rari). Dopodiché è passato qualche tempo e varie vicissitudini, ma alla fine la primavera scorsa (magicamente l’occasione cadeva di nuovo ad aprile) sono tornato ad ammirare Paulino e soci e abbiamo vinto di nuovo; anzi, se non sbaglio, è l’unica partita in trasferta che abbiamo vinto nell’ultima dozzina o giù di lì prima di Tiraspol, lo scorso settembre.
Ordunque, lo scorso settembre, poteva forse andare diversamente?
Dopo l’acuto di Lukaku, ammirato da posizione perfettamente in linea con la sua imponente figura, l’idea di uscire da lì anche stavolta con l’intera posta in saccoccia mi gonfiava il petto, sono sincero.
Purtroppo, credo che un goal in rimonta di Zapata su palla inattiva non fosse nemmeno quotato.
Condivido l’impressione del mister di due punti persi, ma guardiamo avanti.
Ho vissuto comunque una degna serata, introdotta da un saluto a tu per tu scambiato al volo con Tiago Pinto ben prima dei riscaldamenti. É stata una partita combattuta, ho visto una Roma ben diversa (nel senso di migliore) da quella delle prime uscite stagionali, davanti si è creato non poco e non concretizzato all’ultimo per qualche nostro demerito, il solito palo e soprattutto per l’applicazione feroce degli avversari e di un Rodriguez a tratti monumentale. Tutto ciò mi ha fatto ben sperare per il futuro, molto prossimo, talmente prossimo che è già presente e, in parte, messo agli atti.
Daje Roma sempre!
E anche per stavolta avrei finito.
Ordunque, come dicono quelli bravi, stay tuned!
A presto,
Bill
CREDITS, NOMI E RIFERIMENTI:
Bryan | Checco | Kevin | Edin (il cigno di Sarajevo) | Elsha | La prima squadra di Torino | Paulino | Roma (associazione sportiva, daje sempre)
e poi
Julio Baptista (“la Bestia”), attaccante brasiliano di notevoli doti fisiche e atletiche. Autore di goal decisivi – a un paio dei quali ho assistito di persona -, ha lasciato la sensazione di aver dato meno di quello che ci si sarebbe potuto aspettare.
Justin Kluivert, chiamato “Justin Bieber” nel testo per assonanza col celebre cantante, sia per quanto riguarda il nome che la giovine età che le doti pallonare (ma come, l’altro non fa il cantante? appunto), è un figlio d’arte. Suo padre, il celebre Patrick, disse che l’esperienza alla Roma sarebbe stata per il suo rampollo un ottimo trampolino di lancio verso palcoscenici più prestigiosi.
Si vede che il ragazzo non era così bravo a saltare, porello.
Romelu Lukaku, possente centravanti belga, protagonista dello scudetto dell’Inter nella stagione 2020-2021, è uno di quei giocatori che spostano molto ma che a ogni nuovo campionato si ritrovano a dover decidere del proprio futuro per motivi a volte incomprensibili. Nell’estate 2023 nessuno avrebbe scommesso un penny sul suo approdo alla Roma, ma del resto lo dicevano anche di Dybala solo 12 mesi prima. Gli addetti ai lavori non hanno ancora imparato che con i Friedkin al timone tutto è possibile. Daje Presidè!
Leonardo Spinazzola, terzino sinistro di grande dinamismo, autore di entusiasmanti scavallate sulla fascia e (purtroppo) vittima di un brutto infortunio in Nazionale, durante la fase iniziale di quegli Europei che si sarebbe poi vinto e in cui il nostro stava recitando da protagonista. A causa di tale incidente, al giorno d’oggi Leo ricompare da par suo solo a sprazzi. Ma quando capita che ci riesca è ancora un gran bel vedere.
Ricardo Rodríguez, difensore svizzero di origini sudamericane, ex Milan, uno che dà sempre il fritto. Perfetto per il Toro.
Stadio Luigi Ferraris di Genova, un vero stadio di calcio.
Stadio Olimpico Grande Torino (ex Comunale), teatro di trasferte di gioventù ora finalmente destinato a uso congruo ed esclusivo.
Tiago Pinto, direttore sportivo lusitano, dal vivo è assai meglio che in video.
Torino-Roma del 18 gennaio 2009
Torino-Roma del 19 agosto 2018
Torino-Roma dell’8 aprile 2023
Torino-Roma del 24 settembre 2023
Duvan Zapata, attaccante colombiano ex Atalanta; nell’estate 2023 è stato a lungo in predicato di passare in giallorosso per la necessità di sostituire l’infortunato Tammy Abraham, poi l’affare sfumò e lui andò al Torino. La Roma si è consolata mettendo a segno il gran colpo Lukaku (v. sopra), ma il goal del quasi-ex nello sconto diretto, come già sottolineato, era nell’aria.
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