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(Riassunto della puntata precedente: Bill rievoca un momento di dieci anni prima in cui le cose sembravano essersi rimesse nella giusta direzione, dopo un periodo complicato.)
Da quello specifico periodo ero uscito camminando. In senso letterale.
Mi ero deciso alla buonora a mettere in pratica uno dei pochi consigli davvero utili che mi fossero mai stati dati in merito al modo di rapportarmi all’abisso; anzi, a ben vedere l’unico, di consiglio davvero utile. Uscire all’aria aperta, che ci fosse il sole la pioggia o la nebbia. E camminare. Rimettere in moto le gambe e consentire ai muscoli di ritrovare fluidità e tono e, con essi, di restituire a tutto il resto del corpo vitalità ed energie che sembravano perdute.
Insieme alla vitalità e all’energia fisica ecco che erano riemerse anche quella mentale, spirituale, motivazionale. Del resto, lo dice anche Brad Pitt in World War Z: il movimento è vita. E se lo dice Brad, chi sono io per contraddirlo?
Ha avuto non solo una ma mille volte ragione, al di là del fatto che quella battuta gliel’abbia scritta uno sceneggiatore che la sapeva lunga.
Il movimento è vita. Dunque eccomi. Un passo dopo l’altro, sempre più elastico, agile e corroborante, ogni giorno, per ore, per chilometri, per campi boschi e città.
Dopo qualche mese di autoterapia avevo riallacciato i rapporti con gli amici più stretti.
Soprattutto le amiche, che gli uomini in fondo non sono così interessanti, a meno che non siano capaci di ottime conversazioni o si distinguano in qualche campo artistico, che sia cinema narrativa musica giornalismo o calcio.
Eccezion fatta per Sara, con cui non c’era bisogno di riallacciare nulla perché i rapporti non si erano mai interrotti, era ed è tuttora la sola persona che anche nei momenti peggiori non smetto di frequentare (a parte Luciano, per ovvi motivi conversazionali); con lei non c’è mai bisogno di dare troppe spiegazioni né ci si sente giudicati, si esce si fa qualcosa insieme e si parla di tutto tranne di ciò che mi affligge, a meno che non sia io a tirar fuori l’argomento. E se per caso ha un’opinione critica in merito o un consiglio non richiesto, ha il buon senso di tenerseli per sé e non aggiungere altro carico a quello che già mi porto dentro.
Avercene, di amiche e amici come Sara. Persone non giudicanti, che non si sentano in diritto e dovere di esternare la propria opinione su tutto (convinte di possedere qualunque risposta e, in particolar modo, testarde nel proponimento di salvare proprio te, nonostante non abbiano alcuna esperienza né idea di cosa tu stia passando), di persone come lei, dicevo, se ne incontrano sempre meno; sono diventate più rare delle terre rare.
(segue)
CREDITS, NOMI E RIFERIMENTI:
Brad Pitt credo non abbia bisogno di troppe presentazioni, qui citato in merito alla sua interpretazione in un interessante zombie-movie. Interessante come variazione sul tema, con non morti che, invece di ciondolare stolidamente, corrono rapidi come locuste e sfuggir loro non è per nulla semplice.
Luciano, da non confondersi con l’omonimo tecnico toscano, che io chiamo Lucianone e Mourinho, invece, Spallettone.
Sara, amica e (potremmo dire) sorella.
“Sotto questo sole” ecc. si rifà a un famoso e fortunato brano di Francesco Baccini.
Pingback: Sotto questo sole è bello camminare | Julian Vlad
Alla fine tornare alla natura paga sempre. Sentire il calore del sole e osservare tutto alla sua luce, ascoltare i suoni, muoversi…tutto ciò riconduce alla vita e alla rinascita. E poi l’amicizia, quella vera. E’ il tesoro più grande. Si potrà mai pensare di tornare nell’abisso dopo aver conosciuto tutto questo? Bill sa benissimo che non dovrà mai più lasciarsi tentare dai demoni del buio!
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Per saperlo, lo sa, ma il resto della storia (di questa parte, almeno) temo tu lo conosca già o lo possa intuire. Ahimè.
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