Testa e core

Il 21 novembre 1999 si giocò un derby Roma-Lazio che ancora oggi costituisce un gran bel ricordo, per me come per tutti gli altri tifosi della Roma. Sia perché la Maggica si impose con un 4-1 che non ammetteva replica, ma soprattutto per il fatto che il punteggio a nostro favore maturò nell’arco dei soli primi 30 minuti, con una sequenza perfetta di centri a firma Delvecchio-Montella-Delvecchio-Montella. A quel punto l’arbitro avrebbe anche potuto fischiare la fine, per evitare ai malcapitati cugini la sofferenza di un’altra ora di gara.
Peccato il regolamento non preveda questa eventualità. 🙂

Per l’occasione, ai piedi della Curva Sud campeggiava uno striscione che passò alla storia, il cui testo recitava: TU NON VEDRAI NESSUNA COSA AL MONDO MAGGIOR DI ROMA.
Eccolo, in un’immagine di repertorio a firma Corriere dello Sport/Myphotosoccer, ripreso dalla Tribuna Montemario.

Un’affermazione che condividevo, e condivido, appieno.
Sono consapevole del fatto che, per poter dire una cosa simile senza tema di smentita, uno dovrebbe averlo girato un po’, il suddetto mondo. Il fatto è che, prima ancora di un luogo fisico ben definito, articolato e complesso, Roma è uno stato d’animo, un luogo degli affetti e della storia. E come tale è infinito, non può conoscere termini di paragone.
Almeno per chi ami Roma come me, tanto da sentire di appartenere alla Città Eterna anche se nato e vissuto (finora) 700 km più a nord, senza nemmeno vantare alcun legame di parentela con la Capitale, neanche alla lontana.

Tempo fa, mi è venuta la curiosità di scoprire se la frase su quel fortunato striscione, in quello storico derby, avesse un’origine autorevole. E ho scoperto che ce l’ha.
E’ una citazione dal ritornello del Carmen saeculare di Orazio, che in latino recita così

Alme Sol, possis nihil urbe Roma visere maius

e che in italiano significa

O almo Sole, tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggiore di Roma

Si tratta di un poema a scopo encomiastico, celebrativo della grandezza di Roma ai tempi di Giulio Cesare, I secolo a.C.  Wikipedia lo definisce come un esempio di propaganda augustea, incoraggiata cioè da Cesare Ottaviano Augusto, che del genitore adottivo raccolse l’eredità sconfiggendone gli uccisori, e fu primo artefice di quello che sarebbe diventato, e rimasto nei secoli fino ai giorni nostri, il più grande impero della storia.

Dunque, il celebre striscione della Curva Sud fu una citazione colta quant’altre mai, che visti i tempi che corrono va considerata più come un moto d’orgoglio, un’affermazione di appartenenza a una storia millenaria. Anche attraverso una squadra di calcio, che della Città Eterna porta nome e colori.
Perché è di questo che si tratta. Per me, e credo valga lo stesso per la gran parte dei tifosi della Roma, specie di coloro che hanno la fortuna di essere nati e di vivere nella Capitale, la squadra è parte inscindibile di una realtà più grande e importante: la città, i suoi monumenti unici al mondo; lo straordinario tessuto urbano delle sue vie, piazze e palazzi. La sua storia. La sua gente.
E’ un sentimento che va al di là di una semplice, per quanto forte e bella, passione sportiva.
Per chi è della Roma, Roma e la Roma sono una cosa sola. Le due facce di una moneta con due teste. O, potremmo dire, testa e cuore di una stessa moneta.
Una moneta romana, ovviamente. 😉

Ma è venuta prima la squadra o la città? Per me, intendo.
Una bella domanda. La cui risposta non si farà attendere molto, se avrete la pazienza di seguirmi anche solo per un breve tratto di strada. A proposito, io sono Dario, scrivo come Julian Vlad e questo spazio in cui vi trovate nasce da una costola del mio blog generalista, in particolare dal filone Voglia di stringersi un po’, in cui parlo del mio modo di vivere Roma e la Roma. Un filone che ripropongo anche qui, e che nel titolo riprende l’attacco della prima strofa di Maledetta primavera di Loretta Goggi, con il testo che prosegue nella nostra versione da stadio. Eccola. 🙂

 

Alme Sol, possis nihil urbe Roma visere maius.

E così sia. 😉

4 risposte a “Testa e core”

  1. Una svista::” che in ITALIANO significa”
    …sono di fede Juventina.
    Torinese trapiantata a roma inizio Ottanta nn potrei vivere altrove se non in una città altrettanto vitale e colorata San Francisco.
    Ti dedico una canzone tratta da Rugantino…

    Sherarrivederciroma

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  2. Ma buonasera, primo commento anche qui! Mi stai viziando, a seguirmi con tanta attenzione 🙂
    Grazie della dedica, la canzone che hai scelto è un classico che si fa sempre apprezzare. E poi, il buon Lando Fiorini è uno di noi 😀
    Quanto alla tua “svista”, non credo che questo dettaglio possa sminuire la tua simpatia… e comunque, scommetto che un po’ di accento romano lo hai acquisito.
    Nè? 😉

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